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sine ira et studio

Scambio di e-mail con il dott. Mauro Fattor, giornalista del quotidiano "L´Alto Adige", gennaio 2006
Copertina Sentire Pensare Volere

Il giornalista del quotidiano di Bolzano, "L´Alto Adige", contattò nel gennaio 2006 la Ritter per avere informazioni sull´SS-Stubaf. Alois Thaler, nativo di Brunico, da utilizzare per un articolo che stava scrivendo. Fattor infatti, a suo dire, aveva cercato "Sentire Pensare Volere", ma senza successo in quanto apparentemente esaurito e quindi aveva pensato bene di rivolgersi agli autori per avere alcune delle foto pubblicate.
Io (Corbatti) gli mandai un paio di foto; avevo lo scanner rotto e quindi non potei mandargli le pagine del libro riguardanti la morte di Thaler, però gli inviai la bozza non definitiva del capitolo, l´unica disponibile al momento.

Riporto qui di seguito lo scambio di mail fra me e Fattor che seguì all´invio delle foto e della bozza (per chiarezza evidenzio in blu le mail di Fattor e in marrone le mie):

Da: Mauro FATTOR
25.1.06
Gentile dott. Corbatti,
La ringrazio molto delle foto. Mi spiace non aver potuto utilizzare il materiale che Lei mi ha inviato cortesemente l´altro giorno, perché purtroppo è arrivato ad articolo già ultimato, un lavoro fatto sulla base degli elementi che avevo raccolto attingendo ad altre fonti, per lo più resistenziali.
È evidente infatti che la figura e l´operato di Thaler e i fatti di Rodengo-Saiano, come si evince anche dal suo scritto, vengono valutati in modo sensibilmente diverso a seconda della prospettiva da cui li si guarda. Le dico francamente che non avrei cambiato una virgola di quanto scritto, perchè il mio giudizio sul nazista fanatico e torturatore Thaler resta netto, ma avrei aggiunto certamente quanto accaduto dopo la sua esecuzione, con l´esibizione del cadavere e l´arto di legno portato im giro come trofeo. Penso infatti che la barbarie vada raccontata da qualsiasi parte venga.
Ciò detto, volevo segnalarLe che il quotidiano L'Unità ha messo in vendita in edicola circa venti giorni fa un dvd estremamente interessante dal Titolo "Il volto oscuro della liberazione. SS italiane, onore fedeltà coraggio". Si tratta del terzo dvd della collana "I Tabù della Storia". Io me ne sono procurato una copia. Tra le tante cose che contiene c´è anche l´intervista ad un ex-ss italiano, un emiliano, che fu addestrato da Thaler a Cremona e che racconta il personaggio Thaler. Forse potrebbe interessarLe.
cordiali saluti e grazie ancora
mauro fattor


Da: KJ book - Corbatti & Nava
25.1.06
Egregio dott. Fattor,
non ho il Suo articolo, non per niente Le ho chiesto cortesemente di inviarmene copia, e quindi non so cosa Lei abbia scritto e anche se lo sapessi probabilmente non mi permetterei di entrarne nel merito.
Mi domando però quali sono le fonti in base alle quali Lei scrive che Thaler fosse un "nazista fanatico e torturatore" e soprattutto se tali fonti sono comprovate da fatti documentati o meno.
Che Thaler fosse un nazista credo non ci possano essere dubbi, mentre forse ce ne potrebbero essere sull´aggettivo "fanatico", ma qui entriamo nel campo delle opinioni. Quello che invece non credo risponda al vero, o comunque non in maniera così netta, è che Thaler fosse anche un torturatore (parola sulla cui definizione ci si dovrebbe comunque mettere d´accordo prima di utilizzarla). Ci si potrebbe discutere a lungo, ma francamente non mi interessa molto, mi limito a constatare che Lei ha consultato solamente fonti resistenziali, che notoriamente - pur con le dovute eccezioni - sono solo parzialmente attendibili e necessitano comunque quasi sempre, perlomeno da parte di uno storico serio, delle opportune verifiche.
Inoltre mi permetto di farLe notare che dal nostro scritto non si evince assolutamente nulla all´infuori di una rappresentazione dei fatti come realmente avvenuti, sulla scorta anche di documenti resistenziali opportunamente confrontati con documentazione tedesca reperibile negli archivi citati in appendice al libro nonché nelle numerose note ai capitoli (Le ricordo che Lei ha letto una bozza e non la versione definitiva del capitolo).
Certo, non abbiamo detto che Thaler fosse un "nazista fanatico e torturatore" ma questo non vuol certo dire che "la figura e l'operato di Thaler e i fatti di Rodengo-Saiano, come si evince anche dal suo scritto, vengono valutati in modo sensibilmente diverso a seconda della prospettiva da cui li si guarda": non abbiamo neanche dato dei "barbari" agli impiccatori di Thaler (anche se, come Lei mi conferma, ne avremmo avuto tutte le ragioni), e questo semplicemente perché riteniamo che l´unico modo per raccontare certi fatti è guardarli e approfondirli nel modo più sereno e asettico possibile.
È triste constatare, come nel Suo caso, che il fatto di astenersi dal dare giudizi venga letto come un giudizio positivo implicito! Non mi soffermo ulteriormente su questo punto, sia perché mi sembra talmente ovvio da non meritare ulteriori commenti sia perché questo tipo di discussioni non mi interessa.
La ringrazio in anticipo qualora volesse farmi partecipe del Suo articolo e, con l´invito a dare un´occhiata al nostro libro, Le porgo i miei migliori saluti e Le rinnovo la mia disponibilità a fornirLe, se necessario, ulteriori informazioni sull´argomento.
Sergio Corbatti


Da: Mauro FATTOR
25.1.06
Egregio dottor Corbatti,
non ho intenzione di farmi trascinare in un un sterile polemica, fermo restando che non esiste un modo asettico di raccontare la storia. Mi limito a farle notare - se proprio vogliamo entrare nel merito - che l´esecuzione dei dieci partigiani a Villa Fenaroli, nodo cruciale della vicenda Thaler, è liquidata in modo piuttosto sbrigativo nel testo da Lei inviatomi, un po´ meno nei testi (Riciotti Lazzero, Emilio de Lazzeri e Miretta Rizzi) da me consultati. In particolare nel Suo testo non trovo:
  1. che sei dei dieci partigiani furono picchiati selvaggiamente a calci e pugni per tutta la notte, nonchè con un nervo di bue dal puntale d´argento
  2. che i corpi di sei dei dieci partigiani furono abbandonati insepolti
  3. che sui corpi di quattro partigiani uccisi furono riscontrate lesioni non attribuibili ad arma da fuoco ma a sevizie
  4. che per questa barbarie fu sottoposto ad un tentativo di linciaggio
Nel Suo testo trovo però quella che tecnicamente potremmo definire una "excusatio non petita", laddove Lei si preoccupa di precisare " - in assenza di un quadro di riferimento più ampio - che non si trattò di esecuzioni sommarie, bensì di sentenze emesse dal Tribunale militare di guerra". Cosa di cui prendo diligentemente atto, ma che non cambia di una virgola la sostanza della cosa, in riferimento ai quattro punti che Le ho elencato. Non dubito infatti della loro veridicità, così come non dubito di quanto da Lei riportato e ricostruito. E con questo chiudo.
grazie ancora e buon lavoro.
Naturalmente le invierò l´articolo.
mauro fattor


Da: KJ book - Corbatti & Nava
27.1.06
Egregio dott. Fattor,
mi sembra che la polemica qui la stia facendo Lei: sebbene Le dia pienamente ragione nel definirla sterile mi sento obbligato a rispondere alla Sua ultima mail in quanto contiene non poche inesattezze.
Considerare i libri da Lei citati come degni di fede mi sembra un grossolano errore. A riprova Le cito qui di seguito degli stralci dagli interrogatori dei testimoni oculari dei fatti, iniziamente arrestati e poi, come vede, liberati:
  1. Dichiarazione del patriota Don Rossini CLN di Rodengo Saiano del 20.5.45:"..............il segretario del paese [noti bene non un partigiano] dottor Vighenzi aveva condotto una squadra di armati contro le SS, parecchi furono presi e lo stesso segretario. "Che serpe coltivavamo in seno" disse a riguardo del segretario Tahler......"
  2. Dichiarazione del patriota Cortridoni Andrea [catturato con le armi in pugno durante il tentativo di rivolta]: "...rinchiusi in una stanza di Villa Fenaroli giunse un SERGENTE [e NON Thaler] con un frustino che senza tante chiacchere ci percosse...."
  3. Dichiarazione del patriota Abbiati Fortunato [catturato con le armi in pugno]: "...fu allora che Thaler fece per porgere la mano al Vighenzi [il segretario comunale] apostrofandolo "Caro amico" mentre repentinamente lo schiaffeggiava..... [fino al giorno prima Vighenzi non aveva perso occasione per ostentare la più grande amicizia personale nei confronti di Thaler e questo spiega le parole dell'ufficiale]"
  4. Dichiarazione del Sacerdote Don Giuseppe Pottieri, [membro del CLN e catturato non con le armi in pugno]: "...Il Capitano delle SS Palamone rivolgendosi a noi undici prigionieri ci disse: "Voi non avete preso parte ai combattimenti voi siete qui come prigionieri civili"....al momento della partenza di parte delle SS il Maggiore SS Orzali aprì le porte delle celle e ci lasciò liberi...."
Quindi, in relazione ai suoi quattro punti:
  1. Da nessuna testimonianza risulta quello che dice Lei, ovvero che i prigionieri "furono picchiati selvaggiamente a calci e pugni per tutta la notte, nonché con un nervo di bue dal puntale d'argento". Risultano solamente alcune percosse con un frustino, per di più da parte di un sergente e non di Thaler, e UNO schiaffone: ammetterà che la polizia italiana spesso e volentieri fa molto di peggio con gli extracomunitari clandestini!!! Quindi né Thaler né i suoi uomini hanno torturato nessuno. La storia del "nerbo di bue con puntale d´argento" va bene per fare "scena" ma è assolutamente inverosimile. Inutile sottolineare che nessuno dei tre autori da Lei citati fu testimone dei fatti, come invece lo furono le persone delle quali ho citato le deposizioni
  2. Fra i dieci fucilati due erano SS disertori (uno era Cerretini, e non Ceretti, come invece scrive Lazzero) inoltre lo stesso Lazzero a pag. 257 afferma che furono sepolti dietro Villa Fenaroli: o le Sue fonti si contraddicono fra loro, dimostrando la loro inaffidabilità, oppure Lei non sa leggere... comunque propenderei per la prima possibilità!
  3. La storia delle sevizie sui corpi mi giunge totalmente nuova e, vista l´inaffidabilità delle fonti da Lei riportate, a meno di trovare un referto medico che lo confermi la ritengo frutto di fantasia, anche e soprattutto alla luce di quanto riportato al punto 1
  4. Thaler fu praticamente linciato, per averne una prova basta vedere le sei foto pubblicate nel nostro libro da pag. 328 a pag. 331
La descrizione dei fatti di Rodengo Saiano di Lazzero è assolutamente ridicola: Non ho né tempo né voglia di elencarLe tutti gli errori di Lazzero (di De Lazzeri nemmeno parlo, vista l´evidente malafede del soggetto nonché la ridicolaggine del testo, senza fonti né note), abbiamo impiegato sei anni a scrivere un libro di 425 pagine anche per questo, e poi temo che sarebbe inutile visto che non c´èpeggior sordo di chi non vuole sentire.
Concludo comunque per affermare la mia convinzione che è possibile scrivere di storia militare in modo asettico, ci sono centinaia di libri pubblicati in Inghilterra, Francia, Germania e Stati Uniti che lo dimostrano e che Lei probabilmente non conosce. È ovvio che i libri dagli autori da Lei citati non rientrano nella categoria degli scritti di storia bensì in quelli di propaganda (dimentica che Lazzero era il direttore dell´Istituto Storico della Resistenza di Cuneo, quindi non propriamente "super partes"), dove l´asetticità è una parola sconosciuta.
La invito nuovamente a dare almeno un´occhiata al nostro libro, so che è ancora reperibile perlomeno presso la Libreria Militare di Milano (http://www.libreriamilitare.com).
Le lascio volentieri l´ultima parola, se vuole, quello che avevo da dire l´ho detto.
Cordiali saluti
Sergio Corbatti


Da: KJ book - Corbatti & Nava
28.1.07
Egregio dott. Fattor,
mi sono accorto di non aver indicato la provenienza degli interrogatori citati nella mia mail: essi sono conservati presso l´Istituto Nazionale del Movimento di Liberazione di Milano, Fondo CLN - Brescia - Rodengo Saiano.
Con questo penso proprio di aver definitivamente dimostrato chi fra Ricciotti Lazzero, Emilio de Lazzeri, Mirella Rizzi e Corbatti/Nava si è dedicato alla ricerca storica e chi alla propaganda.
Cordiali saluti
Sergio Corbatti


Da: Mauro FATTOR
28.1.06
La ringrazio dell´informazione
cordiali saluti e grazie ancora
mauro fattor



Che dire? La malafede di Ricciotti Lazzero e De Lazzeri, oltre che della meno nota Mirella Rizzi, risulta lampante, così come l´ingenuità (o malafede?) di Fattor. Il quale Fattor si è ovviamente ben guardato dal mandarmi l´articolo promesso...

Lasciamo a quanti ci leggono con animo imparziale di trarre delle conclusioni dallo scambio di e-mail riportato sopra, che per noi è solamente una conferma che le menzogne e falsità scritte negli anni passati non reggono a un´analisi serena e obiettiva dei fatti, se ricostruiti con imparzialità e soprattutto facendo affidamento su fonti di prima mano e non sulle testimonianze, sul "sentito dire", su libri che godono di un´aureola di scientificità ma che in realtà sono stati scritti con l´intenzione di avvalorare a priori una certa visione di parte degli avvenimenti.